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Una scienza profonda

La cartomanzia ha il

dono di affascinare, un'arte divinatoria dalle origini antiche, che si serve delle carte per fare delle previsioni sul futuro o anche solo per svelare alcuni aspetti della personalità di chi richiede il consulto. Può utilizzare vari tipi di carte, fra i quali i più diffusi sono i tarocchi, un mazzo di 78 carte già conosciuto in Italia all'altezza del XV secolo.

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Le antiche origini della cartomanzia.

L’origine della cartomanzia moderna, così come viene praticata, va fatta risalire intorno al 16° secolo, ma bisogni andare indietro di molti secoli per scoprire le vere origini di questa pratica divinatoria. Già presso gli egiziani viene documentato l’uso della lettura delle carte come pratica divinatoria. Tuttavia è molto probabile che la simbologia dei tarocchi risalga alla cultura sumera. Una delle caratteristiche fondamentali delle carte dei tarocchi sono gli Arcani, la cui simbologia segreta si è mantenuta pressoché invariata nel corso degli anni.

 

Anche la Cina e l’India vengono considerati un luogo di possibile origine della cartomanzia, dove la diffusione del papiro si era attestata molto prima che in Europa. Quali sia la società o il sistema culturale dove abbia avuto un inizio preciso la cartomanzia, non si sa ancora, perché è un ambito di studio poco battuto. Tuttavia resta chiara la seguente costatazione: la pratica della cartomanzia si è nutrita, nel corso dei secoli, di diversi influssi culturali, tali da far si che la simbologia delle carte dei tarocchi risulti rappresentare diversi aspetti esistenziali dell’animo umano. Le pratica divinatoria della cartomanzia è un gioco da mettere in relazione con la spiritualità dell’uomo, a prescindere dal luogo di origine e dal tempo.

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La trasmissione delle carte dei tarocchi in Europa

La trasmissione in Europa della divinazione per mezzo dei tarocchi avviene in due fasi. Una fase riguarda il semplice gioco delle carte, l’altra l’affermazione delle carte come strumento di divinazione. Entrambi le fasi si mescolano, dando vita così alla simbologia profetica della cartomanzia. Quando la cartomanzia si diffonde come strumento di divinazione, subito viene etichettata dalla chiesa come pratica di stregoneria , poiché l’unica verità trascendentale è quella rivelatasi con la chiesa cristiana. Il primo mazzo di carte giunge a noi attraverso la Spagna, tramite la cultura islamica nel 14° secolo. Le famose Carte Mamelucche erano costituite da 4 sezioni (Cavalieri, Bastoni, Denari, Coppe), in numero di dieci per sezione, inclusi tre carte cortigiane (il re, il vice re, e il cortigiano). Da questa disposizione si svilupparono in seguito cuori, picche, quadri, fiori e dame.

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Il primo mazzo dei tarocchi.

Il primo mazzo di tarocchi appare alla fine del 15° secolo, e si componeva di 22 Arcani maggiori e 56 arcani minori, per un totale di 78 carte. Erano conosciuti come I tarocchi veneziani o I tarocchi di Marsiglia. L’origine verosimile dei primi tarocchi è incerta. Le 78 carte da gioco hanno significati impliciti , i quali rappresentano la condizione spirituale, secondo la cultura islamica, ebraica e cristiana. La somma delle prime numerazioni delle carte (1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 + 11 + 12) da 78. La simbologia e la metafora deli tarocchi di Marsiglia confluisce più tardi nel famoso mazzo di carte dei tarocchi di Rider Waite o dei tarocchi di Lenormand, i quali si ispirano alle carte degli zingari o le Kipperkarten

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L’influenza della cultura degli zingari: la moderna cartomanzia e

i tarocchi artistici dei pittori.

Un'altra corrente di pensiero vuole che la cartomanzia provenga dagli zingari, i quali utilizzavano le carte spostandosi da un luogo all’altro per migliorare la permanenza durante il loro nomadismo. La mancanza della stampa costringeva alla riproduzione manuale delle carte, mestiere che era esercitato dagli zingari; da qui la diversità nel sistema delle carte. La maggior parte di queste carte si componeva di simboli e segni il cui significato veniva trasmesso oralmente di generazione in generazione, per cui spesso se ne è persa la conoscenza. Le carte degli zingari costituiscono un passo importante verso la diffusione del gioco delle carte come pratica divinatoria, e nel medioevo furono molto popolari in Europa. Degni di menzione sono i vari mazzi di carte dei tarocchi derivati da quelli principali e le loro variazioni. Primo tra questi i mazzo di carte ideati dagli artisti, come quelli di Albrech Durer (I tarocchi di mantegna), seguito poi da quelli ideati da Dalì, per arrivare ai nostri giorni con i tarocchi disegnati dall’artista H R Ginger.

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I Tarocchi del Mantegna

I Tarocchi del Mantegna

 

sono due serie di incisioni italiane del XV secolo, che gli storici d'arte hanno attribuito fino al XIX secolo ad Andrea Mantegna, mentre ora si ritiene che gli autori siano due differenti artisti rimasti ignoti: sono stati ipotizzati anche i nomi di Parrasio Micheli, Baccio Baldini e altri artisti della scuola del Mantegna, ma senza prove a sostegno.

 

Le due serie sono dette serie "E" e serie "S" e ne esistono diverse copie e versioni.

 

Nonostante il nome e la somiglianza delle carte ai trionfi non è in realtà un mazzo di tarocchi, essendo privo delle carte dei quattro semi e con molte differenze nelle figure rappresentate rispetto a quelle dei tarocchi. Si ritiene generalmente che non fossero carte da gioco, né per la divinazione, ma piuttosto uno strumento educativo che rappresenta una concezione del mondo tipica del Medioevo, sebbene non sia sopravvissuta alcuna documentazione effettiva sul loro uso.

 

Si tratta chiaramente di un gioco educativo, vale a dire un cosmo in miniatura espresso da cinque gruppi di dieci immagini ciascuno. Secondo Giordano Berti la struttura portante dei Tarocchi del Mantegna, nel gioco dei rimandi tra i cinque gruppi, trova una precisa corrispondenza con opere morali e filosofiche medievali; per esempio, nel convivio di Dante Alighieri, dove le 10 Sfere celesti sono poste in relazione con le 10 Arti. In un affresco di Andrea di Buonaiuto, Trionfo di san Tommaso d'Aquino, nel Cappellone degli Spagnoli (circa 1360) in Santa Maria Novella a Firenze, la fascia inferiore mette in relazione le Arti liberali e i Pianeti, seguendo una tradizione che può essere fatta risalire fino a Macrobio (V secolo). L'umanista Coluccio Salutati (1331-1406) collegò invece le Arti liberali con le Muse.

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I tarocchi di Salvador

Dalì

Dalì nei panni del Mago, 78 carte surrealiste. Era impossibile trovare questi tarocchi in commercio dal 1984, anno della prima uscita, perchè molto rare.

 

Quando Dalì aveva solo cinque anni, i genitori lo portarono sulla tomba del suo fratellino morto, anche lui di nome Salvador. Lì la madre e il padre gli dissero che lui era la reincarnazione di suo fratello. Da qui la grande fascinazione di Dalì per l’occulto, e per tutto ciò che trascende i confini terrestri. Leggenda vuole che negli anni Settanta, venne commissionato all’artista un mazzo di tarocchi per il film di James Bond “Agente 007 – Vivi e lascia morire”. Questo spiega perché la carta dell’Imperatore è interpretata proprio da Sean Connery. ma il progetto venne abbandonato per il prezzo troppo alto richiesto da Dalì. Nonostante tutto, l’artista continuò a lavorare al mazzo per passione personale, incoraggiato dalla moglie Gala, anche lei appassionata di misticismo. Nel 1984 Dalì pubblicò le carte in edizione limitata, il primo mazzo di tarocchi realizzato da un famoso pittore di cui si abbia conoscenza. Ogni carta è unica nel suo genere, una vera e propria opera d’arte in miniatura. 78 disegni colorati ed eccentrici, che perfettamente si intonano allo stile eclettico del loro creatore. Storia dell’arte, cinema, occulto; un collage originale, non senza una sottile ironia. Il 10 di Spade è rappresentato dalla congiura contro Giulio Cesare, pugnalato plurime volte alla schiena, e Caterina De Medici, famosa per avvelenare i suoi nemici, è la Regina di Coppe.

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I tarocchi di Dalì

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La Regina di coppe

Il 10 di Spade

Il Mago

Tarocchi da brivido

Negli anni 90 c’è stato un occultista svizzero chiamato Akron che è entrato in contatto con il grande artista, suo conterraneo, H.R. Giger, per chiedergli di disegnare dei tarocchi.
Giger rispose inizialmente di no, non aveva tempo e poi era troppo superstizioso per una cosa del genere. In un secondo momento però il suo interesse si accese e Giger trovo un modo di rielaborare i suoi lavori precedenti, per reinventarli come carte dei tarocchi. Nacquero così gli spettacolari tarocchi di H.R. Giger, guardate che meraviglia la gallery qui sotto.

I tarocchi di H. R. Ginger

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spettacolari ed inquietanti, I tarocchi di Giger coprono gli arcani maggiori, ovvero le ventuno carte più dense di significato all’interno del mazzo di tarocchi moderno, e sono conosciuti come  il mazzo di Baphomet, l’idolo pagano della cui venerazione furono accusati i cavalieri templari.

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