IL MITO DI GAIA

Di Daniela Ienna,

Gaia è il nome della Dea che preferisco, attraverso cui gli antichi Greci onoravano la Terra. In base a questa credenza, Gaia, fecondo ventre cosinico scaturito dal primordiale spazio interstellare noto con l’appellativo di Caos, sarebbe esistita prima di qualsiasi altra forma di vita. Gaia ha generato il cielo, da lei battezzato Urano, affinché le tenesse compagnia e facesse l’amore con lei.

Il cielo che si protendeva al di sopra della Terra ha creato molti figli nel grande ventre di Gaia, ma Urano, temendo che la loro forza potesse essere superiore alla sua, ha proibito a Gaia di partorirli. Gaia feconda generò il primo figlio contro il volere di Urano. Il figlio che partorì si chiamò Cronos, il Tempo, il più forte dei suoi figli, Gaia donò una falce fatta con un materiale duro come l'acciaio e simile al diamante: con essa Cronos avrebbe reciso i genitali di Urano ponendosi all'entrata del ventre materno. Ciò ha permesso a Gaia di creare tutti gli Dei e tutte le dee.

Presso il celeberrimo tempio innalzato a Delfi in suo onore, si recavano le sacerdotesse che gettavano manciate di erbe sacre all'interno di un calderone, ricorrendo al fragrante fumo che ne scaturiva per invocare l'eterna saggezza di Gaia.

 

ARADIA
LA PRIMA 
STREGA

Aradia è una figura della mitologia popolare italiana divenuta nota per il lavoro di studio del folclorista americano Charles Godfrey Leland in Aradia, o il Vangelo delle Streghe (1899). Aradia è presentata in tale testo come la figlia messianica della dea Diana, venuta sulla Terra per insegnare ai poveri e agli oppressi la stregoneria come mezzo di resistenza sociale.

Aradia è divenuta una figura importante nella Stregheria, nella Wicca e in altre forme di Neopaganesimo.

La figura di Aradia, inizialmente conosciuta con il nome Erodiade, fa parte della mitologia italica, ed a tutt'oggi non vi sono testimonianze in forma scritta del nome Aradia prima della pubblicazione del testo di Leland, esso deriva molto probabilmente dal nome biblico di Erodiade. 

Lo stesso Leland non a caso indentifica Aradia con Erodiade, scrivendo:« ... il nome non deriva da Erodiade del Nuovo Testamento, ma una copia più antica di Lilith che portava lo stesso nome... nel VI secolo il culto di Erodiade e Diana da parte delle streghe fu condannato dalla Chiesa al Concilio di Angora » 

Nella storia dei processi alle streghe ricorre infatti quest'assimilazione: Diana è spesso affiancata alla figura di Erodiade, come nel processo di Milano del 1390 contro Sibillia e Pierina.

Carlo Ginzburg, scrittore e saggista che nel libro "Storia notturna" si è occupato anche del fenomeno stregonesco popolare da un punto di vista storico e antropologico, fa derivare il nome "Aradia" dall'unione dei nomi Hera e Diana, entrambe sopravvissute all'avvento del Cristianesimo ed unite in una figura composita di nome Heradiana o Herodiana.

Lo storico Ronald Hutton, in The Triumph of the Moon, suggerisce che quest'identificazione con Erodiade fu ispirata dall'opera di Jules Michelet Satanism and Witchcraft.

L'antropologa Sabina Magliocco, d'altra parte, preferisce considerare la connessione tra l'Erodiade italiana (Herodias), il culto di Erodiade e Aradia.

Recentemente c'è chi ha avanzato l'ipotesi di Aradia come nome composto, di origine etrusca, atto ad indicare un ruolo o un titolo sacerdotale. Dalla radice Al fuoco (il fuoco divino della conoscenza, riservata agli iniziati) e da Dia nome di un'antichissima divinità italica della vegetazione riconducibile a Diana. Aradia, quindi, potrebbe significare Sacerdotessa di Diana o Grande Sacerdotessa.

Charles Godfrey Leland (1824-1903), scrittore, giornalista e folclorista americano, affermò che la maggior parte del suo libro si basava su un manoscritto ricevuto da una donna di nome Maddalena, che riportava nel dettaglio le credenze di una tradizione sconosciuta di stregoneria religiosa toscana. Avrebbe ricevuto il manoscritto nel 1886, durante un soggiorno in Italia. Alcuni sostengono che la donna in questione fosse Margherita Zaleni, una chiromante, che avrebbe iniziato lo stesso Leland alla stregoneria.

Aradia, o il Vangelo delle Streghe comincia con la nascita di Aradia da Diana e dal fratello di questa, Lucifero, descritto come "il dio del sole e della luna, il dio della luce (splendor), tanto orgoglioso della sua bellezza, che per il suo orgoglio fu scacciato dal paradiso. Il discorso si sposta poi sulla situazione di oppressione sociale dei poveri dell'epoca che per sfuggire alla schiavitù dei ricchi e dei potenti spesso si trasformavano in briganti e assassini. Aradia viene quindi inviata in loro soccorso come maestra di arti stregonesche e protettrice

« Un giorno Diana disse a sua figlia AradiaÈ vero che tu sei uno spirito,/ 'Ma sei nata per essere ancora /Mortale, e tu devi andare /Sulla Terra a fare da maestra /A donne e uomini che avranno /Volontà d'imparare alla tua scuola /Che sarà fatta di stregonerie. /Non devi essere come figlia di Caino /E della razza di quelli che son divenuti, /Scellerati e infami a causa dei maltrattamenti, /Come Giudei e Zingari, /Tutti ladri e briganti, /Tu non diventerai.../Tu sarai (sempre) la prima strega... »

La resistenza sociale si esprime quindi anche nell'opposizione alla religione dei potenti, vista anch'essa come strumento d'oppressione:

« Quando i nobili e i preti diranno:"Dovete credere nel Padre, nel Figlio /e in Maria", rispondetegli sempre: /Il vostro Dio Padre, suo Figlio e Maria /Sono tre diavoli... /Il vero Dio Padre non è il vostro Dio /Ed io sono venuta /Per distruggere i malvagi/E li distruggerò... »

Il testo si presenta quindi come un vero e proprio vangelo, inverso nel genere (la divinità è donna, come il suo inviato messianico) e nei mezzi di salvezza (uccisione dei potenti, maledizioni, fatture...), ma ricalcato nella forma sulla tradizione orale dei testi del Nuovo Testamento. Così Aradia assicura il riscatto ultraterreno ai poveri e agli oppressi

« ... Nell'altro mondo conoscerete la gioia; E chi vi ha fatto torto conoscerà invece il dolore... »

e una volta compiuta la sua missione, ritorna alla madre Diana, ma promette ai suoi discepoli di continuare a soccorrerli, insegnado loro un rituale da svolgersi nelle notti di luna piena, per adorare lo spirito di Diana e continuare ad apprendere la stregoneria.

« Quando io avrò lasciato questo mondo,/Di qualsiasi cosa avrete bisogno, /Una volta al mese, /Quando la luna è piena... /Venite in luogo deserto, /Nella selva, tutte insieme, /E adorate lo spirito onnipotente /Di mia madre Diana, e a colei che voglia /Apprendere la stregoneria,/Mia madre le insegnerà ogni suo segreto »

Il testo presenta poi essenzialmente una raccolta di invocazioni, leggende e testi di incantesimi, forse frammenti di una saggezza popolare femminile, mantenuta in vita attraverso i secoli.

Aradia è una figura molto importante nella Stregheria (alcuni aderenti alla quale preferiscono non essere classificati come "neopagani"). Raven Grimassi, autore di numerosi libri sull'argomento, la presenta sia come un'antica dea, sia come "nome assunto" dalla fondatrice della sua religione, che egli definisce "la Vecchia Religione italiana".

Nel 1981 Grimassi pubblicò un opuscolo dal titolo The Book of the Holy Strega per la Nemi Enterprises. Il libro descriveva le pratiche e gli insegnamenti della Stregheria e ne indicava Aradia quale fondatrice. In seguito, nel 1995, in Ways of the Strega sostenne che Leland aveva pubblicato una versione distorta della storia, e che una donna di nome Aradia de Toscano era davvero esistita.

Il nome richiama le presunte origini geografiche del personaggio, che, secondo Grimassi, rappresenta la fonte storica della figura mitologica apparsa in Aradia, o il Vangelo delle streghe di Leland nel XIX secolo.

Secondo Grimassi, Aradia, da lui chiamata anche "La Bella Pellegrina", era una donna toscana nata nel 1313. Istruita nella stregoneria da sua zia, usava il suo potere per "sfidare l'ordine esistente". Secondo questa storia reclutò discepoli dalla regione del Lago di Nemi, e furono questi seguaci (chiamati "The Triad Clans") a tramandare la religione della Stregheria, di cui Grimassi insegna una versione da lui chiamata "Aridian Tradition".

Pur rigettando gran parte del sistema di credenze di Grimassi, alcuni hanno provato a verificare indipendentemente delle parti di questa storia. Sabina Magliocco osserva che è possibile che una donna del XIV secolo abbia assunto il nome di Aradia, come variante di Erodiade (anticamente Herodias), la malvagia figura biblica, divenuta una strega mitologica e forse una divinità. L'esistenza di un culto medievale di Erodiade tra le streghe è comunque oggetto di discussione. Magliocco commenta che "l'esistenza di ostensioni in concomitanza con queste leggende potrebbe anche significare che quanto afferma Grimassi sulla storicità di Aradia non sia totalmente fuori questione. Una guaritrice che faceva parte di una congrega poteva interpretare il ruolo o perfino assumere il nome di Erodiade".


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